Whistleblowing: dal 15 luglio nuove regole per la segnalazione di illeciti sul luogo di lavoro

Il Whistleblowing (in italiano letteralmente “soffiata”) è uno strumento tramite il quale i dipendenti di un’azienda – oppure terze parti, per esempio fornitori o clienti – possono segnalare, in modo riservato e protetto, eventuali illeciti riscontrati sul luogo di lavoro.

Oggetto della denuncia possono essere tutti i comportamenti, a parere del segnalante, illeciti, di natura civile, penale, amministrativa e contabile, lesivi sia di un interesse pubblico che di uno privato.

Questa procedura è volta a incentivare le segnalazioni e a tutelare il segnalante, impedendo possibili ritorsioni da parte di colleghi o superiori coinvolti. Uno dei capi saldi del nuovo decreto, infatti, è il diritto di riservatezza e anonimato di colui che segnala la presupposta irregolarità.

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 164 del 15 luglio 2023 è stato pubblicato il comunicato dell’ANAC (Autorità nazionale anticorruzione) concernente il nuovo regolamento attuativo del decreto legislativo n. 24/2023.

Datori di lavoro interessati dalle novità del D.Lgs. n. 24/2023

La normativa, in vigore dal 15 luglio 2023, impone alle aziende pubbliche e private con più di 250 dipendenti di predisporre un sistema protetto di raccolta e gestione delle segnalazioni.

Le aziende tra 50 e 249 dipendenti avranno tempo fino al 17 dicembre 2023 per adeguarsi.

Inoltre, l’obbligo è esteso anche alle aziende che, pur rimanendo sotto la soglia delle 50 unità, hanno come genere di attività i servizi ed i prodotti finanziari, la prevenzione del riciclaggio e le misure atte a bloccare il finanziamento del terrorismo, la sicurezza dei trasporti e la tutela dell’ambiente, nonché quelli che adottano i modelli organizzativi ex D.L.vo n. 231/2001.

Adempimenti

Le linee guida ANAC prevedono una serie di nuovi adempimenti obbligatori per i datori di lavoro, che rappresentano uno strumento fondamentale per implementare il sistema di whistleblowing anche nelle organizzazioni private:

  • I datori di lavoro delle categorie di aziende sopra indicate hanno l’obbligo di individuare un canale di comunicazione utile a favorire le segnalazioni, garantendo l’anonimato del soggetto che denuncia l’illecito;
  • I canali di segnalazione possono prevedere la forma scritta, cartacea o digitale, e la forma orale, attraverso linee telefoniche, sistemi di messaggistica o conversazioni dirette con il segnalante;
  • La gestione del canale di segnalazione può essere affidata a una persona o a un ufficio interno dedicato oppure a un soggetto esterno;
  • Il datore di lavoro deve mettere a disposizione di tutto il personale un’informativa chiara circa le modalità di segnalazione di eventuali irregolarità, sia in formato digitale, sia rendendola facilmente accessibile e consultabile sul luogo di lavoro.

Le tutele per i whistleblowers

Tutte le persone che segnalano violazioni o illeciti nel contesto lavorativo, che siano dipendenti, collaboratori, lavoratori autonomi, subordinati, liberi professionisti, azionisti, amministratori, direttori, volontari, tirocinanti o coloro che svolgono funzioni di vigilanza, controllo e rappresentanza, hanno diritto alle protezioni stabilite dal decreto.

In particolare, il decreto 24/2023 vieta, all’art. 17, qualsiasi atto ritorsivo nei confronti di chi segnala le presunte irregolarità, inclusi:

  • Il licenziamento;
  • La sospensione, anche di natura disciplinare o misure analoghe;
  • Le mancate promozioni o le retrocessioni di grado;
  • Il mutamento delle mansioni;
  • Il trasferimento;
  • La modifica dell’orario di lavoro;
  • L’ostracismo e le molestie;
  • La discriminazione ed il trattamento sfavorevole;
  • Il mancato rinnovo o a risoluzione anticipata di un contratto a tempo determinato.

La tutela dei whistleblower implica anche il divieto di divulgare la loro identità senza un esplicito consenso, se non alle persone direttamente coinvolte nella gestione delle segnalazioni.

Conclusioni

A partire dal 15 luglio – e dal 17 dicembre 2023 per le piccole imprese – sia gli enti pubblici che privati soggetti alla nuova normativa dovranno adottare le seguenti azioni:

  • Effettuare una valutazione di impatto (Data Protection Impact Assessment) relativa al trattamento dei dati personali;
  • Attivare un canale di segnalazione interno per le violazioni;
  • Elaborare e comunicare a tutti i dipendenti una procedura che delinei chiaramente le tipologie di illeciti che possono essere segnalati e le modalità per farlo;
  • Nominare e fornire una formazione adeguata al personale interno (o a consulenti esterni) responsabile della gestione del canale di segnalazione.

Queste misure sono finalizzate a garantire la conformità con il decreto e a promuovere una cultura organizzativa che sostenga la segnalazione di violazioni del diritto dell’Unione senza timore di ritorsioni.

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