Regole più rigide per i piani di dilazione: penalizzato il debitore in stato di difficoltà

A partire dal 16 luglio 2022, le domande di dilazione delle cartelle di pagamento sono soggette a nuove regole che determinano la decadenza automatica del piano in caso di mancato pagamento di otto rate, anche non consecutive. Questa condizione si applica a tutte le richieste presentate successivamente a tale data, incluse quelle avanzate quest’anno.

La normativa è particolarmente rigida: una volta decaduto il piano, non è più possibile rateizzare il debito residuo. Questo espone il debitore alle azioni di recupero forzoso da parte dell’agente della riscossione. Inoltre, se la decadenza riguarda la cosiddetta “rottamazione quater”, il debitore può richiedere una nuova dilazione solo per debiti non inclusi in precedenti piani decaduti.

Il debitore in stato di difficoltà

Un ulteriore ostacolo si presenta per i debitori in condizioni di difficoltà non temporanea ma stabile. In questi casi, come avviene nelle procedure concorsuali o nelle liquidazioni giudiziali, non è consentito accedere a piani di dilazione.

Per i debiti inferiori a 120.000 euro, la normativa prevede regole meno rigide, consentendo la concessione di rate anche senza documentazione aggiuntiva. Tuttavia, se il debitore presenta comunque i documenti richiesti (ad esempio, ISEE e indice di liquidità), il piano non potrà essere meno favorevole rispetto a quello previsto per le istanze prive di documentazione.

Le modifiche introdotte mirano a rafforzare la disciplina della riscossione, penalizzando chi non riesce a rispettare gli impegni presi. Tuttavia, la rigidità delle norme rischia di aggravare la situazione di quei debitori che, trovandosi in uno stato di difficoltà strutturale, non possono accedere a ulteriori agevolazioni.

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