L’IVA per la concessione di locali comunali alle ASD

L’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti importanti in merito al regime IVA applicabile agli accordi tra enti pubblici e associazioni sportive dilettantistiche (ASD) per la gestione di impianti sportivi. Quest’ultima ha infatti, in base a quanto previsto dall’art. 36-bis del DL 75/2023, specificato che l’esenzione IVA è applicabile solo alle prestazioni di servizi strettamente connesse alla pratica dello sport o dell’educazione fisica.

La concessione di Palasport all’ASD con servizi aggiuntivi

Tuttavia, se un accordo di concessione prevede non solo l’utilizzo e la gestione dell’impianto per attività sportive, ma anche altri servizi accessori, come pulizia, manutenzione o custodia, oppure include la possibilità di svolgere attività di pubblicità commerciale, l’intera operazione viene considerata una “prestazione complessa”. Questo significa che non si tratta più di un’attività esclusivamente sportiva e, di conseguenza, l’esenzione IVA non può essere applicata. La possibilità di utilizzare l’impianto per scopi promiscui (istituzionali e commerciali) è il principale fattore che determina la perdita dell’esenzione.

L’Agenzia delle Entrate ha sottolineato che la promozione pubblicitaria, ad esempio, genera un vantaggio economico ulteriore rispetto all’attività sportiva e, per questo motivo, rende “spuria” la natura delle prestazioni. La presenza di elementi di natura commerciale altera il carattere principale del servizio, rendendolo incompatibile con il regime agevolativo.

L’orientamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea

A livello europeo, i principi cardine sul regime IVA prevedono che le esenzioni debbano essere interpretate in modo rigoroso e restrittivo, come stabilito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. L’intento è garantire che le agevolazioni siano limitate a servizi realmente essenziali per la pratica sportiva e forniti da organismi senza scopo di lucro. Questo approccio evita che attività miste, che includono elementi commerciali, possano beneficiare di vantaggi fiscali non previsti.

In conclusione, per le ASD è fondamentale valutare attentamente la natura degli accordi di concessione e i servizi offerti. L’aggiunta di elementi come la pubblicità o altri servizi non strettamente legati alla pratica sportiva rischia di escludere l’intera operazione dal regime di esenzione IVA, rendendola soggetta all’imposizione ordinaria. Ciò risponde a un principio di equilibrio tra il sostegno alle attività sportive senza scopo di lucro e il rispetto delle norme fiscali comunitarie.

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